Baggio e il suo famoso organo
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A proposito della visita
Baggio è un quartiere con l'orgoglio di un comune che custodisce importanti edifici storici e deliziose villette in stile Liberty datate agli inizi del '900, che ne svelano un passato borghese. Lambito dal Parco delle Cave, una delle aree verdi più importanti di Milano, il quartiere si estende nella zona occidentale della città.
Malgrado tracce di frequentazioni molto antiche, il toponimo Baggio compare per la prima volta intorno all'873 d.C.: ancora oggi gli studiosi si interrogano circa l'etimologia, da alcuni associata al termine romano "badalocum" (traducibile con "bada al luogo"), da altri all'espressione "badia aggeris", che doveva indicare un'abbazia o una torre di guardia.
Quest'area fu denominata Baggio soltanto nel Medioevo. In seguito alle distruzioni barbariche, nell'881 d.C., un nobile di nome Tazone ordinò la ricostruzione del borgo, facendo erigere nuovamente l'antica torre di osservazione ed una chiesa dedicata a Sant'Apollinare. In epoca longobarda l'abitato divenne sede di una "fara", una corte fortificata. Il periodo d'oro di Baggio fu quello compreso fra IX e XII secolo, quando la famiglia omonima ne fece un importante centro economico e militare. Il maggior esponente della famiglia fu Anselmo, che in seguito divenne Papa con il nome di Alessandro II. La cittadina, nel corso del tempo, è sempre stata indipendente da Milano, e fondata su un'economia di tipo agricolo. Nel XV secolo, i suoi cittadini presero ad allevare bachi da seta, attività che diede un notevole impulso al settore tessile. Con l'avvento del XX secolo, molti milanesi presero a trasferirsi a Baggio, dove gli affitti e i terreni costavano meno che nel capoluogo. La strada che collegava il centro abitato con Milano era detta "Baggina", una via percorsa quotidianamente da centinaia di operai diretti nel capoluogo lombardo. Un decreto reale siglato nel 1923, infine, fece sì che Baggio fosse annessa a Milano.
Tema ricorrente è l'organo di Baggio, riconoscimento assegnato a tutti coloro che si sono distinti per animare e far rivivere il quartiere. Tali riconoscimenti includono un buon numero di attività differenti e derivano il nome da un antico detto locale che recita: "Và a Bagg a sonà l'ôrghen", ovvero "va' a Baggio a suonare l'organo". Questo modo di dire si riferiva alla presenza di un grande organo dipinto all'interno della chiesa di Baggio, realizzato per sopperire alla mancanza di uno strumento vero. Oggi, il detto potrebbe sembrare fasullo a chi visita la chiesa di Sant'Apollinare, considerata la presenza dell'organo realizzato dall'artigiano Edoardo Rossi nel 1926.
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