
DESCRIZIONE
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All'età di sedici anni divenne allievo di Michael Wolgemut, il maggiore pittore e xilografo attivo a Norimberga, ma dalla primavera del 1490 iniziò a viaggiare per approfondire la sua formazione artistica; rimase lontano fino al 1494 lavorando anche a Basilea come illustratore e conquistandosi la fiducia degli stampatori locali poiché dimostrò una capacità nell’arte incisoria superiore agli altri artisti attivi a quel tempo.
Quando rientrò nella sua città sposò Agnes Frey, la donna che gli era stata destinata, e iniziò a incidere su rame e a dedicarsi alla grafica che gli permetteva di dare libero sfogo alla sua fantasia.
Lo scoppio di una pestilenza lo convinse a lasciare la patria e ad intraprendere il desiderato viaggio in Italia alla ricerca dell’arte classica e delle radici di quel Rinascimento che lui avrebbe descritto in tedesco con il termine Wiedererwachung.
A questo primo viaggio della durata di un anno (1494-95), in cui si fermò soprattutto a Venezia acquisendo la pratica della resa atmosferica nelle sue opere, ne seguì un secondo per completare le sue conoscenze sulla prospettiva negli anni tra 1505 e 1507, quando Dürer era ormai un artista affermato che venne apprezzato anche dai grandi artisti della città lagunare, come Giovanni Bellini.
Nella sua carriera ricevette numerose committenze anche da grandi personaggi come l'elettore di Sassonia Federico il Saggio e l’imperatore Massimiliano d’Asburgo per cui nel 1512 realizzò una gigantesca xilografia di un Arco di trionfo con le imprese del sovrano. Il lavoro gli fruttò un beneficio annuo di cento fiorini che alla morte dell’imperatore nel 1519 gli verrà riconfermato dal successore Carlo V.
Sono gli anni del travaglio religioso che lo portò ad abbracciare la dottrina luterana che non abbandonerà più fino alla morte avvenuta il 6 aprile 1528.
Incisore e illustratore, pittore e trattatista, scienziato e matematico, Dürer può essere considerato uno dei grandi artisti rinascimentali e non a torto viene paragonato a Leonardo da Vinci per la sua poliedricità poiché nella sua arte si fondono la grazia dell’arte rinascimentale con le moderne ricerche scientifiche.
E, come scrisse Thomas Mann, «pensare a Dürer significa conoscenza di ciò che è più profondo e impersonale, di quanto si trova al di fuori e al di sotto dei limiti materiali del nostro io, ma che lo determina e lo nutre».
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