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Il rosso tipico del mattone lombardo nasce sotto il nome della famiglia Curti, secoli or sono, nella fornace più antica della Lombardia. Pensate a tutte le nostre chiese romaniche, al capolavoro del mattone e del cotto che è l’Università Statale, a Santa Maria delle Grazie, ma anche – romanticamente parlando – ai camini che spuntano dai vecchi tetti milanesi. Il cotto è dei Curti.
La Fornace Curti nasce nel 1400 alle Colonne di S. Lorenzo, sul Naviglio che scorreva dove ora passa la via De Amicis. La consorte del Duca di Milano Francesco Sforza, Bianca Maria Visconti, aveva a quel tempo espresso il desiderio di dare il via alla costruzione dell'Ospedale Maggiore (Ca' Granda) su disegno dell'architetto e scultore Antonio Averulino, detto il Filarete. Alla Fornace di Giosuè Curti, un nobile al servizio della famiglia Sforza, venne commissionata quindi la cottura delle formelle e dei mattoni sagomati plasmati dagli scultori Cristoforo e Guiniforte Solari.
Risale allo stesso periodo la cottura dei fregi architettonici e delle formelle realizzati dall'architetto Fondulo per la Certosa di Pavia.
Espandendosi sempre più la città, nel Settecento, sotto la direzione di Pietro Curti, la Fornace traslocò sulla Ripa di Porta Ticinese e nell'Ottocento, sotto Felice Curti, alla Conchetta sul Naviglio Pavese. Fu qui che scoppiò un violento incendio che incenerì moltissimi documenti della famiglia Curti. Nei primi anni del Novecento, la Fornace si spostò in Via Tobagi, dove si trova tuttora. Da allora hanno guidato la fabbrica Attilio, Francesco ed Alberto Curti, continuando ad alimentare la ricca ed antica tradizione del cotto lombardo.
La Fornace è sempre stata frequentata da artisti che qui si approvvigionavano di argilla, cuocevano le loro sculture e dipingevano le loro maioliche.
Ci guiderà una della famiglia, la signora Daria Curti, moglie del titolare con la quale ripercorreremo la storia di questa fornace, ne respireremo l’aria e assisteremo ai diversi processi di lavorazione dell’argilla. Un luogo da stupore e meraviglia.
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