Milano sotterranea: i rifugi antiaerei - il rifugio n. 87 - miguidi
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Milano sotterranea: i rifugi antiaerei - il rifugio n. 87

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Durante la seconda guerra mondiale i sotterranei di molti istituti scolastici furono trasformati in rifugi antiaerei, accogliendo non solo alunni, ma anche civili.

Proteggendoli dalle bombe dal cielo.  Visiteremo uno dei primi e  più grandi rifugi della città,  il rifugio numero 87 della scuola “Giacomo Leopardi”, la scuola elementare di via Bodio 22, costruita nel 1926, originariamente intitolata alla madre del Duce, Rosa Maltoni Mussolini, che era una maestra. Poteva ospitare fino a 2000 persone tra civile e  alunni. Il progetto di restauro di questo rifugio è nato dalle memorie di un alunno speciale, il grande regista Ermanno Olmi, che ha scritto un libro autobiografico, “Il ragazzo della Bovisa”, nel quale questa scuola è teatro di vicende personali che si incrociano con i grandi fatti della storia nazionale.

Visitare il rifugio consente di immergersi nella storia, di rivivere pensieri ed emozioni che nessun libro potrà mai raccontare. Vuol dire entrare in tutte quelle “storie” delle persone qualsiasi, che hanno fatto la “Storia”. Sono stati riportati a vista i pavimenti originali, i muri con le volte a sesto ribassato in mattoni vivi perfettamente conservati, con tutte le scritte e le indicazioni di allora.

Sono stati ricostruiti due interi ambienti del rifugio com’erano, con le travi che puntellavano le pareti esterne e le panche in legno su cui sedevano tante persone, fianco a fianco, in quegli interminabili momenti in cui il suono delle sirene, il rombo dei motori dei bombardieri, il fischio delle bombe e le deflagrazioni, scandivano il ritmo di una vita appesa a un filo.

I sotterranei hanno un andamento circolare, percorrono tutto il “ferro di cavallo” della scuola e ne collegano i due bracci, passando sotto viale Bodio. C’erano anche una cucina, una sala-docce (ancora visibile) dove venivano lavati i bambini che non avevano l’acqua corrente in casa. C’erano le classi, dove si poteva continuare a fare scuola anche dopo il suono delle sirene, cercando di fingere una vita normale, cercando appunto.

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