Civita di Bagnoregio
Nel cuore della Tuscia, tra le colline tufacee della provincia di Viterbo, sorge Civita di Bagnoregio, un borgo sospeso tra cielo e terra, avvolto da un'aura di struggente bellezza e precarietà. Conosciuta come la "Città che Muore", Civita incarna la fragilità del tempo e della natura, un luogo dove la storia si intreccia inesorabilmente con il destino geologico del territorio.
Il territorio della Tuscia, corrispondente all'attuale provincia di Viterbo e ad alcune aree della Toscana e dell'Umbria, rappresenta un'importante testimonianza della stratificazione storica e culturale italiana. Questo territorio fu il cuore pulsante dell'Etruria, patria di una delle più raffinate e avanzate civiltà italiche preromane. Gli Etruschi lasciarono un'eredità indelebile, testimoniata dalle imponenti necropoli rupestri e dalle vestigia di città come Tarquinia, Vulci e Cerveteri.
Con la romanizzazione, la Tuscia divenne un centro nevralgico per l'agricoltura e i commerci, sviluppandosi ulteriormente nel Medioevo, quando borghi fortificati, pievi romaniche e castelli si radicarono nel paesaggio, delineando una fisionomia che ancora oggi caratterizza l'area. Civita di Bagnoregio si inserisce in questo scenario come una delle più affascinanti realtà urbane medievali, pur essendo minacciata da un destino geologico che ne rende precaria l'esistenza.
L'appellativo di "Città che Muore", coniato dallo scrittore Bonaventura Tecchi, riflette la drammatica condizione geologica di Civita. Il borgo sorge su una fragile rupe di tufo, una roccia vulcanica altamente porosa e soggetta a processi erosivi irreversibili.
Questa fragilità è esacerbata dall'azione combinata degli agenti atmosferici e dell'attività sismica, fattori che nel corso dei secoli hanno determinato il collasso progressivo della rupe, provocando il crollo di intere porzioni del borgo e il conseguente spopolamento della città. Nel corso del Medioevo, terremoti e smottamenti accelerarono la diaspora degli abitanti, che si trasferirono nel vicino centro di Bagnoregio, fondato proprio per garantire un rifugio più sicuro alla popolazione.
Oggi, l'unico collegamento con il borgo è un lungo ponte pedonale, che accentua l'impressione di trovarsi in un luogo sospeso tra passato e presente, rendendo Civita una delle mete più affascinanti e suggestive d'Italia.
Nonostante il rischio costante di cedimenti, Civita di Bagnoregio ha conosciuto negli ultimi decenni un'incredibile riscoperta turistica, divenendo meta di migliaia di visitatori attratti dalla sua unicità e dal fascino del suo isolamento. Questo rinnovato interesse ha incentivato interventi di conservazione e consolidamento strutturale, promossi da esperti in geologia e ingegneria, al fine di contenere il degrado del suolo tufaceo.
A livello istituzionale, il borgo è stato candidato a entrare nella lista dei Patrimoni dell'Umanità UNESCO, un riconoscimento che potrebbe rafforzare ulteriormente le strategie di tutela e promozione del sito.
Civita di Bagnoregio rappresenta uno dei casi più emblematici di vulnerabilità e resistenza del patrimonio storico italiano. Passeggiare tra i suoi vicoli significa immergersi in un microcosmo in cui il tempo sembra essersi fermato, tra palazzi medievali, scorci mozzafiato sulla valle dei calanchi e un silenzio che amplifica il senso di sospensione e precarietà.
Sebbene la città sia destinata a una lenta trasformazione, gli sforzi umani per preservarla dimostrano l'importanza di un dialogo costante tra conservazione e fruizione turistica. Civita rimane, a tutti gli effetti, una testimonianza vivente di come la storia, la geologia e l'intervento dell'uomo possano intrecciarsi in un equilibrio precario, ma straordinariamente affascinante.
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